Medicina Antiaging e grande obesità

La medicina anti-aging é una disciplina, che si occupa dello sviluppo e dell'applicazione di tecnologie finalizzate alla diagnosi precoce, alla prevenzione e al trattamento di patologie correlate all'invecchiamento, nonché promuove la ricerca di trattamenti per ritardare e ottimizzare questo processo.

Questa disciplina ha conosciuto negli ultimi anni un grande sviluppo scientifico seguito da un notevole impatto sociale, soprattutto in seguito alla pubblicità fornita dai mass media.

Grazie ai recenti progressi conseguiti dalla medicina estetica, lo specialista conta su un consistente numero di farmaci e tecniche per contrastare l'invecchiamento dell'organismo e in particolar modo quello della pelle. Infatti l'individuo oggi non si sente più soddisfatto dall'aumentata aspettativa di vita, ma ne vuole migliorare anche la qualità, prolungando lo stato di salute durante gli anni della senescenza.

Tuttavia questa nuova tendenza è ostacolata dallo stile di vita proprio della società moderna, caratterizzato da un lato dalla facile accessibilità ai prodotti alimentari e dall'altro dalla riduzione della attività fisica.

In Italia il 31,3% della popolazione risulta essere sovrappeso (25,0-29,9 kg/m2), mentre l'8,9% è obesa (>/= 30,0 kg/m2) con conseguente aumento della prevalenza di malattie croniche correlate al sovrappeso, e drastica riduzione della qualità e dell'aspettativa di vita. A questo proposito la letteratura riporta come la restrizione calorica sia in grado di ritardare l'invecchiamento, attraverso una riduzione del metabolismo energetico e del conseguente stress ossidativo. La "free radical theory of aging" riporta come tra il 2 e il 5% dell'ossigeno consumato ogni giorno dall'organismo sia associato alla produzione di radicali liberi reattivi (ROS), la cui concentrazione è correlata al metabolismo energetico ma è inversamente proporzionale all'aspettativa di vita. E' proprio questa marcata produzione di ROS, ad aumentare in questi soggetti la prevalenza di co-morbidità secondarie all'obesità.

La chirurgia bariatrica, introdotta negli anni '50 è il metodo di scelta per ridurre il peso nei grandi obesi, diminuendo il numero delle co-morbidità associate. Il numero degli interventi di chirurgia bariatrica è aumentato di 10 volte negli USA negli ultimi anni, da 10,000 nel 1993 a circa 140,000 nel 2004. La maggior parte del peso viene perso dal paziente dopo circa 1 anno dall'intervento chirurgico, con miglioramento dello stato di salute e della qualità di vita. Tuttavia i pazienti sottoposti a malabsorptive procedures (i.e. RYGB o sue varianti) presentano come complicanza a lungo termine un elevato rischio di deficit nutrizionali, se paragonati ai pazienti sottoposti a procedure restrittive (i.e VBG ). In particolare i soggetti obesi sottoposti a RYGB sviluppano un deficit nutrizionale proporzionale alla lunghezza dell'area intestinale interessata dall'intervento, con carenza di ferro, zinco e vitamine del gruppo B. Deficit di proteine e delle vitamine liposolubili A, D, E e K, sono presenti invece nei pazienti sottoposti a diversione bilio-pancreatica, una variante della RYGB. Risulta quindi evidente come questi pazienti già sottoposti nel corso della loro vita ad un importante stress ossidativo causato da un elevato intake calorico, siano soggetti dopo un'intervento di chirurgia bariatrica ad un ulteriore attacco de parte dei ROS, a causa del malassorbimento di sostanze che costituiscono "l'antioxidant network". Il risultato è un'accelerazione dei processi di aging, evidenti soprattutto a livello di quelle zone del corpo dove il dimagrimento post-operatorio ha già determinato il cedimento dei tessuti cutanei e sottocutanei (i.e. addome, interno cosce, interno braccia, regione mammaria). Ne consegue che la supplementazione di proteine, di vitamine e di micro elementi costituisce in questi casi un approccio terapeutico obbligatorio.

In particolare la vitamina E, A e la nicotinamide sono sostanze scavengers presenti nel nostro organismo, che contrastano l'azione dei ROS.

La vitamina E o alpha tocoferolo, è una vitamina liposolubile che protegge le membrane cellulari dalla perossidazione lipidica indotta dai ROS. La vitamina E è il maggiore antiossidante dell'epidermide umana e che il suo deficit è un segno precoce di danno ossidativo. Alcuni studi riportano come la vitamina E migliora sia l'idratazione dello strato corneo cutaneo, sia riduce rhytides, skin roughness, length of facial lines and depth wrinkles. In considerazione dell'azione antiging della vitamina E, la sua supplementazione in questa categoria di pazienti contribuirebbe a migliorarne lo status cutaneo.

Altro elemento di cui i soggetti sottoposti a chirurgia bariatrica sono carenti è la vitamina A. La sua funzione è di favorire la crescita e la differenziazione cellulare dell'epidermide. Il deficit di vitamina A produce xerosi generalizzata, iperkeratosi e metaplasia squamosa delle membrane mucose. I ricercatori suggeriscono come l'invecchiamento della cute risulti dall'azione del danno estrinseco condotto dai raggi UV, e dalla degradazione del collagene da parte delle metallo-proteasi, associata a ridotta produzione dello stesso collageno. Numerosi studi riportano come i retinoidi giochino un ruolo importante nel contrastare questo meccanismo di aging e che il loro uso topico risulta essere più efficace della vitamina A nel proteggere lo strato corneo della pelle dall'azione dei raggi UV .

La nicotinamide è una vitamina del gruppo B, parte integrante del co-enzima nicotinamide adenine dinucleotide (NAD) e NAD fosfato. Il suo assorbimento è ridotto in caso di deviazioni bileo-digestive. Recentemente è stato descritto come la nicotinamide contrasti i danni cutenei dell'invecchiamento attraverso una riduzione della perdita transepidermica di acqua e un'attività anti-infiammatoria .

Sulla base di quanto riportato é chiaro come tra invecchiamento e obesità esista una correlazione bi-direzionale. Infatti se l'invecchiamento attraverso la continua utilizzazione delle riserve funzionali dell'organismo predispone all'obesità alterando il metabolismo energetico, é vero anche che questa attraverso un'azione cronica lesiva, agisce come con-causa dell'invecchiamento. Ne consegue l'importanza di personalizzare il trattamento antiaging, in funzione del quadro clinico di ogni singolo individuo, al fine di garantire una proposta terapeutica soddisfacente. Infatti i soggetti obesi ed in particolare quelli sottoposti a chirurgia bariatrica, presentano uno status metabolico particolare, che deve essere considerato al momento della presa in carico da parte dello specialista in antiaging. Si tratta di individui che per buona parte della loro vita sono stati soggetti all'azione cronica lesiva di elevate concentrazioni di ROS che ne hanno accelerato i processi di aging. Ora sottoponendosi ad un intervento chirurgico maggiore come quello di chirurgia bariatrica, ottengono la riduzione del sovrappeso corporeo, ma anche il deficit di quelle sostanze che rientrano nel "antioxidant network" e che possono favorirne la ripresa fisica, estetica e in definitiva psicologica.